E tu? Hai mai cyberlimonato?
Ovvero quando la Nivea mise su una delle più importanti comunità adolescenziali creando Superfighetto & Megatipina
Ciao a tutti, bentornati a DA DV DGT? La newsletter dedicata all’internet che era. In questi giorni nella mia bolla sento parlare parecchio di fughe virtuali dalle quattro mura di casa, che sia con i videogiochi, con la realtà virtuale, con un libro con quello che ti pare.
Beh, se parliamo di fuga dalle quattro mura non possiamo non parlare delle comunità virtuali e questo vuol dire che dobbiamo confrontarci con un nome che farà battere cuori e storcere bocche: Superfighetto & Megatipina
Con l’arrivo del 2000 scoppiò la bolla speculativa di internet e molti si resero conto che se volevano fare soldi con internet bisognava iniziare a smettere di lanciargli soldi contro sperando che ne tornassero indietro di più. Era il momento di iniziare a tirare un po’ la rete e pensare progetti che avessero senso e che capitalizzassero su chi internet la stava usando di più: gli adolescenti.
La prima cosa da dire e che forse ci siamo scordati di Superfighetto è che era fondamentalmente un grande cartellone pubblicitario della Nivea, che commercializzando creme antibrufoli e prodotti per ragazze era un’azienda parecchio interessata a vedere il suo marchio di fronte agli occhi di migliaia di ragazzi. L’idea è mutuata da un'altra chat virtuale che prima di Minecraft o Fortnite ha fatto la storia di Internet, delle comunità virtuali e che è viva ancora oggi: Habbo.
La seconda cosa è che di Superfighetto resta poco più dei resti di Atlantide. Questo è dovuto in parte al fatto che tutto avveniva su Flash e oggi Flash non è più supportato dai browser, quindi se le pitture rupestri dell’HTML sono ancora visualizzabili, tutto ciò che è in Flash è molto più complesso da archiviare e recuperare.
Internet Archive ad esempio offre solo alcune pagine di registrazione, sia del progetto a sé, sia di quando finì dentro Leonardo.it, uno dei vari portali dei primi anni 2000.
Migliaia di vestiti, camerette, chiacchiere e cyberlimonate perse, come lacrime nella pioggia. Gran parte di ciò che si trova oggi sono i resti di siti vecchi forum e comunità che si formavano attorno al portale. Tipo questo bellissimo video.
Tuttavia, c’è un reperto prezioso che mostra la genesi commerciale di Superfighetto, un comunicato stampa con l’impaginazione totalmente sputtanata che il 12 giugno 2000 annuncia in pompa magna “E’ nato Superfighetto & Megatipina, un mondo virtuale su internet per giocare e chattare”.
Il linguaggio del comunicato è bellissimo e parla di “Un gioco a cui tutti possono partecipare, ma che si rivolge principalmente ad un target giovane e dinamico (HAI LETTO BENE). In questo “mondo parallelo” i personaggi giocano ad acquistare punti di “figosità”, di “reputazione” e di “popolarità” affrontando diverse situazioni anche grottesche, incappando in eventi più o meno fortunati o “sottoponendosi” al vero e proprio giudizio degli altri giocatori che potranno votarne la simpatia, il fascino e il look”.
Lo stesso sito ci annuncia entusiasta circa un anno dopo che adesso finalmente è stata attivata la limonata virtuale e i tatuaggi.
DI fatto Superfighetto & Megatipina proponeva di replicare la medesima macelleria sociale che andava in scena ogni giorno nelle scuole: giudizio degli altri, divisione in classi sociali spesso bloccate, ostentazione del lusso e così via e a milioni di ragazzi andava bene.
Sai perché?
Perché per molti era una seconda occasione e internet è da sempre la seconda, ma pure la centesima, occasione per tutti.
E dunque migliaia di ragazzi e ragazze si precipitarono a iscriversi per affollare quella che di fatto era una chat room evoluta in cui al posto dei nomi avevi degli avatar a cui potevi cambiare vestito. La cosa bella è che ogni iscritto aveva anche una cameretta di cui resta questo bellissimo video, che non poteva che essere accompagnato dagli Evanescence. Notare anche il logo di Emergency, simbolo dell’impegno adolescenziale a sforzo zero.
All’interno del gioco era possibile ovviamente chiacchierare, partecipare ad alcuni minigiochi per ottenere dei crediti da spendere in vestiti e arredamento o entrare in chat riservate solo a un gruppo di amici. Ammetto che i miei ricordi sono fumosi perché non ero un un visitatore assiduo.
Chi frequentava Superfighetto & Megatipina? C’erano vari tipi di utenza: i bambini che si fingevano più grandi e attaccavano briga con tutti, i pochi che, stranamente, ci andavano davvero per chattare, anche se la grande maggioranza della popolazione era composta da rimorchiatori seriali.
Perché possiamo fare finta di nulla, ma la regola delle comunità virtuali, dalle chat di mIRC ai gruppi di Facebook è che prima o poi qualcuno le userà per scambiarsi fluidi corporei.
Chiunque avesse un avatar femminile veniva costantemente bersagliato di richieste di amicizia e messaggi, reiterando il grande rituale amoroso del guardare fisso le ragazze quando entrano in discoteca. Questo li portava a conoscere l’altro grande insieme di queste comunità: quelli che si fingono donna. Eppure l’idea che dietro quelle ragazze ci potesse essere un commercialista quarantenne o un altro adolescente in vena di scherzi non era contemplata.
Quello del rimorchio su internet è uno schema che si ripete sempre identico dai tempi delle prime chat e nei vari messenger e che forse merita un capitolo a parte.
Superfighetto ovviamente reiterava ogni feroce rituale dell’adolescenza, compreso il bullismo, la gente che faceva branco per sputtanare qualcuno, molestie, litigi, gogne pubbliche e così via. Il tutto era reso ancora più feroce dal fatto che ti potevi nascondere dietro nick come D3Str0yer, Roma4Ever, Streghetta o GaBBERina84.
Quei ragazzi (io onestamente poco, perché nel 2000 avevo già 18 anni e impestavo i forum di videogiochi ed ero già un nostalgico di mIRC e ICQ) stavano sperimentando la loro prima potente dose di anonimato e libertà online, cercando di reinventarsi, ma ricadendo negli stessi tranelli.
Dal punto di vista sociologico e commerciale Superfighetto era comunque qualcosa di rivoluzionario, perché mescolava reale, virtuale, scuole e comunità online e fu uno dei primi casi di social network (ribadisco, spudoratamente copiato da Habbo, che era gestito molto meglio e infatti oggi resiste, in qualche modo). In questo va detto che quelli di Nivea ci videro lungo.
All’epoca fu organizzato anche un concorso delle migliori dediche d’amore inviate via SMS. I vincitori venivano pubblicati su Superfighetto e potevano anche ricevere un Nokia 3650, ovvero quello con la tastiera tonda e un po’ folle.
Ovviamente lo avevo perché faceva figo e fuori degli schemi quando invece ero il peggior ragazzino borghese. Ciò che purtroppo non sono riuscito a rintracciare è il premio finale, il sito internet e il videogame con cui i sentimenti della fortunata sarebbero rimasti nella storia del web PER SEMPRE.
C’era persino un sito che già dal titolo è una specie di monade dell’internet italiano al femminile degli anni 2000: BIMB@ STREGHETT@.
Purtroppo, anche di questo, a causa di flash, “Null'altro rimane. Intorno alle rovine/Di quel rudere colossale, spoglie e sterminate/Le piatte sabbie solitarie si estendono oltre confine”.
E in effetti a ben guardare oggi Shelley probabilmente avrebbe dedicato Ozymandias a Superfighetto, a Geocities o a MySpace (ho appena deciso che sarà il prossimo argomento) perché fino a poco tempo fa in rete ciò che sembrava eterno moriva l’anno successivo, soppiantato dal nuovo. Superfighetto non fu da meno e via via perse utenza per questioni demografiche (i fighetti e le tipine invecchiano e dopo un po’ si vergognano di ciò che sono stati) e perché c’era qualcosa di più divertente o nuovo in cui ritrovarsi.
Perché poi è arrivato Facebook, che divora sé stesso e cambia pelle ogni volta, per non morire mai.
Forse.
Di sicuro era più emozionante una cyberlimonata di un poke e, tutto sommato, Superfighetto & Megatipina resta un ottimo esempio di ciò che è la civilità occidentale: esperienze che nascono con i soldi di un marchio, replicano i nostri schemi di consumo, ci fanno diventare segmenti pubblicitari e che finiamo per hackerare in qualche modo per trarne qualcosa di buono, tipo le amicizie. Ma forse sto divagando.
Anche oggi abbiamo portato a casa un altro episodio. Io vi ricordo che potete leggere tutto quello che scrivo e che scrivono le belle persone che ho attorno su N3rdcore, che potete seguire la Rassegna Stanca e le interviste su Twitch, sul quale da lunedì trovate anche Drawings & Dragons 2, ovvero sessioni di gioco di ruolo in diretta molto belle dove probabilmente faremo un gran casino. Tanto per rimanere a tema con la newsletter, parteciperà un personaggio degli anni ‘2000: Daniele Bossari.
Se avete spunti o consigli sapete dove trovarmi, qua invece c’è l’archivio.